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E' tempo di distruzione e di guerra. In particolare,
si distruggono i ponti: con le bombe i ponti che univano le rive del Danubio e della Sava (non si può raggiungere
il posto di lavoro, la scuola, gli amici, non si può trasportare, commerciare, ricevere…); con i documenti
strappati e le targhe delle auto sequestrate i ponti fra i kossovari scacciati e le loro case, le loro città
e campagne, le loro giornate normali (ci sarà un ritorno? che ne sarà di noi?); con la propaganda
ostile i ponti fra le culture; con le violenze atroci i ponti fra gli esseri umani.
Lo scrittore bosniaco Ivo Andric, premio Nobel per la letteratura, ha scritto nel 1963 questo breve racconto.
(G.Z.)
I ponti
Di tutto ciò che l'uomo, spinto dal suo istinto vitale, costruisce ed erige, nulla è più
bello e più prezioso per me dei ponti. I ponti sono più importanti delle case, più sacri perché
più utili dei templi. Appartengono a tutti e sono uguali per tutti,
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