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Il 16 aprile 1998 ha segnato l'inizio di una grande mobilitazione contro il
lavoro minorile. La scelta della data non è stata casuale: tre anni fa infatti, è stato assassinato
Iqbal Masiq, un bambino pakistano di dodici anni che aveva osato ribellarsi alla sua condizione di semi schiavitù
come tessitore di tappeti. In Pakistan, i piccoli lavoratori sono circa 8 milioni.
Ma il problema è molto più diffuso: secondo le stime dell'Ilo (Organizzazione Internazionale del
Lavoro) e dell'UNICEF, il numero di bambini lavoratori nel mondo oscilla intorno ai 250 milioni. L'UNICEF interviene
a tutela dei diritti dei bambini e delle bambine con programmi sanitari, alimentari e soprattutto educativi. Garantire
alle bambine la scuola di base significa dare loro gli strumenti per cambiare non solo la propria vita, ma anche
quella delle generazioni future.
Quasi un miliardo di persone entreranno nel 21° secolo incapaci di leggere un libro usare un computer o scrivere
la propria firma. E vivranno, come ora, in condizioni più disperate di povertà e di cattiva salute
rispetto alla maggior parte di coloro che invece ne sono capaci. Sono gli analfabeti nel mondo, ed il loro numero
è in aumento. Le conseguenze dell'analfabetismo sono gravi, e possono essere addirittura mortali. Derivano
dalla negazione di un diritto umano fondamentale: il diritto all'istruzione, annunciato nell'articolo n. 28:
1- Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all'educazione, e in particolare, al fine di garantire
l'esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all'uguaglianza delle possibilità: rendono
l'insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti; incoraggiano l'organizzazione di varie forme di insegnamento
secondario |
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sia generale che professionale, che saranno aperte e accessibili a ogni fanciullo,
e adottano misure adeguate come la gratuità dell'insegnamento e l'offerta di una sovvenzione finanziaria
in caso di necessità; garantiscono a tutti l'accesso all'insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato,
in funzione delle capacità di ognuno; fanno in modo che l'informazione e l'orientamento scolastico e professionale
siano aperte e accessibili a ogni fanciullo; adottano misure per promuovere la regolarità della frequenza
scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola.
2- Gli Stati parti adottano ogni adeguato provvedimento per vigilare affinché la disciplina scolastica sia
applicata in maniera compatibile con la dignità del fanciullo in quanto essere umano e in conformità
con la presente Convenzione.
3- Gli Stati parti favoriscono e incoraggiano la cooperazione internazionale nel settore dell'educazione, in vista
soprattutto di contribuire a eliminare l'ignoranza e l'analfabetismo nel mondo e facilitare l'accesso alle conoscenze
scientifiche e tecniche e ai metodi di insegnamento moderni. A tal fine, si tiene conto in particolare delle necessità
dei paesi in via di sviluppo.
Eppure, malgrado queste vibranti proclamazioni nell'ultimo mezzo secolo, si calcola che 885 milioni di persone
( pressoché 1/6 dell'umanità intera) saranno analfabeti. Intanto oltre 130 milioni di bambini
in età scolare crescono nei paesi in via di sviluppo senza poter disporre dell'istruzione di base, mentre
milioni di altri bambini languiscono in condizioni scolastiche scadenti, dove si impara ben poco. La percentuale
di bambine è spropositata: quasi due su ogni tre bambini nei paesi in via di sviluppo che non ricevono l'istruzione
elementare |
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(circa 73 milioni sul totale di 130 milioni non scolarizzati).
ISTRUZIONE ELEMENTARE
Il tasso netto di iscrizione elementare - il numero di bambini iscritti alla scuola elementare espresso come percentuale
del numero totale di bambini con l'età prevista - costituisce un indicatore chiave del progresso verso l'obiettivo
dell'istruzione per tutti. Africa subsahariana e Asia meridionale sono le regioni che dovranno affrontare le difficoltà
maggiori per iscrivere tutti i bambini alla scuola elementare entro l'anno 2000.
ORFANI DELL' AIDS
L'impatto dell'HIV/AIDS sui bambini nell'Africa subsahariana è devastante. Oltre il 90% di tutti gli orfani
AIDS - bambini che hanno perso la madre o entrambe i genitori a causa dell'AIDS - vivono nell'Africa subsahariana.
Molti di questi orfani rischiano di non completare l'istruzione di base. Le risposte al problema sono limitate
dalla carenza di risorse, ma le misure già funzionanti comprendono politiche di istruzione elementare gratuita
in Malawi e Uganda, che forniscono un sostegno cruciale agli orfani.
L'IMPATTO DELL'ISTRUZIONE SULLA MORTALITA' INFANTILE.
Una ricerca dell'UNICEF nel 1997 ha esaminato l'impatto di interventi nei campi della sanità, della nutrizione
e dell'igiene nonché dell'istruzione in nove paesi dove si erano verificate riduzioni significative della
mortalità infantile. Si è |
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