Apostolo delle genti, santo e martire, la sua apparizione
nella storia della diffusione del messaggio cristiano è il fatto più
importante di tutto il periodo cosiddetto apostolico. Nato da famiglia Ebraica
della diaspora a Tarso, in Cilici, studiò a Gerusalemme. E dopo un periodo di
raccoglimento e di maturazione si dedicò alla predicazione del vangelo fra gli
abitanti della Grecia e dell’Asia minore, meritandosi il titolo di
"apostolo delle genti". I primi viaggi di Paolo ( accompagnato da
altri compagni, tra cui Barnaba ) s i svolsero nel vicino oriente, nel primo
viaggio (45-49) lo accompagnò Giovanni Marco Polo: Paolo fu subito duramente
perseguitato dagli ex correligionari che lo consideravano un traditore. A Lastra
l’apostolo subì una lapidazione e creduto morto venne trascinato fuori dalla
città. Paolo aveva lasciato al riguardo una certa libertà d’azione, non
condivisa dai giudaizzanti e soprattutto dalla comunità gerosolimitana. Si
addivenne allora ad Antiochia alla decisione di mandare alcuni
"fratelli". Lo scontro tra Paolo e l’ala giudaizzante fu assai
aspra, ma la decisione lo portò ad una svolta risolutiva: i cristiani furono
esonerati dalla circoncisione e fu stabilita l’astensione dagli idoloditi ,
dal sangue, dagli animali soffocati e dalla fornicazione. Ad Atene la
predicazione vide l’insuccesso e la derisione: fu la rottura tra la decadente
civiltà greca e la nascente fede. Nel Nuovo Testamento, anzi si potrebbe dire
che il Nuovo Testamento è incominciato con la prima lettera occasionale scritta
da Paolo ai Tessarolicesi. L’interpretazione stessa del pensiero di Paolo è
stata varia nel corso della storia del cristianesimo. Di solito le lettere
paoline si compongono di un prologo. Comunque è debitrice nei suoi elementi
essenziali alla civiltà giudaica. Da tale esperienza vennero a Paolo tre
certezze di salvezza: la resurrezione di Cristo, la persuasione che la croce non
era più segno di maledizione ma se la sua rivelazione di amore la convinzione
che Dio era sceso a lui con la sua grazia.
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