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Il primo "errore" NATO fa dodici vittime civili

ALEKSINAC - Dodici morti e almeno 30 feriti. I "missili intelligenti" della Nato hanno fallito e questa notte hanno provocato il maggior numero di vittime civili dell'inizio dei bombardamenti. Due attacchi aerei, uno alle 21.40 e l'altro all'alba, su Aleksinac, città mineraria di 17 mila abitanti nella Serbia centrale: tre palazzine di due piani rase al suolo, cadaveri tra i detriti, abitazioni e automobili che bruciavano ancora nelle prime ore del mattino e, secondo alcuni operatori della Croce Rossa, l'ospedale locale distrutto.

Un tragico sbaglio che arriva nel momento in cui l'intensità dei bombardamenti ha raggiunto un nuovo record, grazie alla "complicità" del beltempo. A confermarlo, nel consueto briefing pomeridiano da Bruxelles, il portavoce militare della Nato, David Wilby. Il generale ha riferito inoltre che nei giorni scorsi sono stati distrutti, a terra, quattro Mig in dotazione alla forze armate serbe. Wilby ha spiegato che tra gli obiettivi principali continuano ad esserci i ponti, mentre "per adesso volutamente stiamo evitando di colpire le strade".

Tornando alle notizie dal campo, c'è da registrare il fatto che l'attività militare non si è fermata nemmeno questa mattina: in poche ore sono partiti nuovamente da Aviano circa 120 caccia, mentre da Istrana decollavano i Mirage francesi. E che l'escalation di raid sia destinata ad aumentare, è dato per certo dalla Nato: a rivelarlo è il generale Xavier Delcourt, vice responsabile delle operazioni per le forze armate francesi, secondo cui nelle prossime 48 ore l'Alleanza porterà "massicci attacchi, molto più intensi di quelli fatti fino a oggi". Tracciando un bilancio dell'impatto delle operazioni sul potenziale militare jugoslavo, il generale ha precisato che le forze aeree "praticamente già non esistono" e che i centri di comando e di controllo "sono stati bombardati in modo significativo".

E mentre gli attacchi diventano sempre più massicci, anche la repressione di Milosevic in Kosovo sembra andare avanti senza sosta. Il portavoce della Nato Jamie Shea ha denunciato oggi esecuzioni sommarie compiute dai militari jugoslavi in alcuni villaggi del Kosovo, tra cui ValiKa Klusa. "Ancora non sappiamo cosa sia successo agli uomini", ha detto, spiegando che secondo alcune fonti non confermate, lo stadio di Pec e il centro sportivo di Pristina sarebbero pieni di uomini in stato di prigionia.

Ma torniamo all'episodio che oggi ha suscitato più scalpore, e cioè quello del missile che per errore ha colpito palazzine civili ad Aleksinac: nel briefing Wilby ha dichiarato che lo sbaglio potrebbe essere stato provocato da un guasto tecnico. Il portavoce militare ha invece smentito che nel corso degli ultimi, intensissimi attacchi sulla Jugoslavia siano stati abbattuti aerei alleati.

Diversa, naturalmente, l'interpretazione dei media serbi. Questa mattina l'agenzia di stampa "Tanjung" parlava di tre bombe cadute sul centro di Aleksinac: "Decine di persone sono rimaste ferite e due sono morte. Un'intera strada è stata distrutta". Il bombardamento Nato avrebbe distrutto, secondo questa versione, dieci edifici, fra cui un centro di ambulanze, e alcuni impianti industriali. La radiotelevisione serba ha mostrato insistentemente le immagini di case crollate e di degenti in una corsia di ospedale, e un medico ha detto che le squadre di soccorso stanno ancora tentando di estrarre le persone da sotto le rovine.


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