Non c'è risposta all'enigma della guerra
Caro direttore, alla tua richiesta di un mio intervento sul vostro giornale
rispondo con imbarazzo: l'aggiunta di una mia opinione circa la guerra eurobalcanica può avere il solo effetto
di non portare nessun chiarimento e trovo giusto che questa indigesta Cosa sia pensata col meno d'influenze possibili.
Influenzare è tradire. La sfinge pone enigmi su enigmi: davanti a lei siamo nudi e bisogna rispondere, senza
suggeritori. Ma la mia invidia va tutta agli inviati, perché nulla vale quanto una testimonianza diretta
o un'immagine scattata sul posto, per ispirazione, da un Capa, da un UP di turno.
Posso proporre qui di seguito alcuni argomenti, necessariamente accennati in fretta, come me li sgrana il cuore.
Guerre del secolo - Forse un'unica guerra escatologica percorre il secolo a partire dalla irrimediabile rottura
della diga nel 1914, anno demiurgico. Anche questa ne è un sussulto, una convulsione, un rigurgito. Finirà,
dunque, senza finire. Dentro il frantoio, l'oliva patisce.
Responsabilità, cause - Essendomi quasi impossibile considerare come realmente libera, non determinata,
la volontà umana, non c'è catena di eventi che non mi appaia soggetta a Fatum, a Necessità,
a un potere divino unico o a potenze extraumane intermedie, agli astri, al Karma, al Destino... Il pensiero tradizionale
dà quel che sa e può. Ecco: vedo un errore fondamentale nel credere errori gli errori. Non ci sono
che errori, in questa faccenda sinistra, e questo rende dubbio che ce ne siano. Quando tengo in mano una marionetta
ho in mano l'uomo e il suo fato, se voglio buttarlo giù va giù: mi arrivano come segnali Quasar,
attraverso il filo, i suoi messaggi incondizionabili, troppo deboli per contare. La marionetta può avere
oggi tutti i nomi dei personaggi del giorno, dai più famosi ai più oscuri: tutti i suoi sbattimenti
sono regolati dal filo. Anche le loro parole: un copione di autore ignoto... Chi può dire falsi i loro passi
falsi, giusti i loro passi giusti? È amaro avere un ruolo: ma meglio di vittima che di boia... La
storia si ripete perché il Destino è una barba.
Riporto questo pensiero, più taoista che cristiano, folle s'intende, di Léon Bloy in piena
tenebra 1916: "Poiché il tempo in Dio non esiste, l'inesplicabile vittoria della Marna potrebbe essere
stata decisa dall'umile preghiera di una bambina che non nascerà prima di due secoli".
Civili e militari - Dalle guerre che risparmiavano i civili e sacrificavano i militari siamo passati alla parità
di sacrificio tra 1940 e 1945, con forte sbilanciamento finale a danno dei civili. (Tutti tornati a casa quelli
dell'Enola Gay, ma là sotto...). Poi la marcia è andata così: via via più macellati
i civili e sempre meno (esclusi quelli di Giap) i militari. Strano no? Chi fa la guerra di professione non sarà
più toccato, protetto come un semidio; chi non la fa dovrà bersela tutta, il fronte è Ogni
Luogo...
Da qui un sospetto, che mi è quasi certezza: che siano guerre alla specie in quanto tale (anche se
con nomi di tribù, popoli, religioni) tutte quelle in atto, comprese le terroristiche, le teocratiche, le
mafiose. La violenza alle donne è guerra alla specie. Nel lavoro delle multinazionali dell'alimentazione
e del farmaco è in corso da tempo una gigantesca manovra a tenaglia di guerra alla specie. Dove si spara
l'obiettivo vero è l'inerme, la gambetta nuda, la casa coi ricordi. Talvolta la malvagità è
evidente, ma c'è spesso (lo si vede anche in questa guerra) capovolgimento di fini nel corso stesso delle
azioni, e strumenti di sublime precisione conducono proprio nel punto dove c'è da squarciare e spegnere
carne indifesa. E chi può negoziarla una guerra alla specie, ora conscia ora inconsciente, quale
diplomazia, quale Chiesa? Le cosiddette "buone volontà", quando non siano finzioni pure, non sono
in grado di arginare e di contrapporsi perché non comprendono di quale natura sia il fuoco che ne irride
le schiume. Tutti oltrepassa l'Inconcepibile.
Piloti di bombardieri - L'immortalità quasi sfiorata... L'invulnerabilità e la sopravvivenza quasi
garantite a un tempo. Il mezzo aereo che sfugge ai proiettili, lo sperma in banca. Carne, sì, certo: eppure
non più del tutto: al di là del rischio mortale non c'è che l'ombra... In queste figure mimetiche,
esseri futuri, individualità smorte stanno sorgendo... Se muoiono, la moglie resta incinta di un loro figlio,
a Chicago, l'anno dopo, o più tardi ancora. Può metterlo al mondo - menopausa rinviata - anche tra
dieci, quindici anni. Avere dello sperma surgelato in luogo sicuro è macchina del tempo, corazza fatata...
Questa iperumanità sorgente, procreatrice oltre la propria morte, può causare, alla semplice umanità
interamente mortale, che ha sperma in canalini poveri, molta sofferenza.
Bambini - Ma quanti bambini! Quanti kosovarini! Fiumane... E gli tocca un patimento simile! E tenuti per mano o
in braccio da madri in gravidanza... Tende intere, vere infantopoli... Ogni famiglia ne ha almeno sei, otto, una
normalità di follia... Sarà perché islamici? Perché indifferenti? Questo rivela una
insensibilità maschile da urlo: non si può ridurre le donne a coniglie, non è lecito procreare
a quel modo quando da dodici anni covava e serpeggiava la vendetta di Milosevic, ora esplosa in sterminio e deportazione.
Prima del fucile, il preservativo! In una macelleria li hanno messi al mondo, per agitare dai carri e dai vetri
le braccine, per respirare il sangue del padre crivellato! La pillola del giorno dopo arriva tardi, ma benedetta
se risparmia altre dismisure di sofferenza. Chi gli porta pane e coperte, a quelle donne disperate, gli insegni
a essere donne e non coniglie... che limitare le nascite è un dovere civile e umano e kosovaro da anteporre
ad ogni sottomissione...
Bruciati anche i registri, la malavita in agguato sulla linea di confine, quei bambini sono figli di Rudyard Kipling,
affidati alle tigri! E scaraventati nelle giungle d'asfalto delle città d'Occidente che cosa diventeranno?
Per non concludere - Domande tante ne posso fare, risposte non ne so dare. La "lucida analisi" non è
il mio forte. Solo sento gravare, onnipresente, la sfinge. Sento la verità infallibile del verso di Miguel
Hernàndez durante la Guerra Civil: "Quale abisso si svela - tra l'ulivo e l'uomo!" - questa è
una radura chiara.
Immagini mute, pietose, gettano enigmi.