informatematica
epinoemi matematinformatici di Gaetano Speranza                

26/02/2004

 

 

funzioni elementari
( muovi il punto  a   nelle figure )
costanti
proporzionalita' dirette
proporzionalita' inverse
potenze
esponenziali
sinusoidi
cosinusoidi
tangentoidi
 

 Dopo aver cliccato all'interno delle figure, il punto a può comodamente essere mosso con le frecce del tastierino direzionale apposito, il che ad esempio permette di raggiungere valori interi, cosa utile soprattutto per le potenze.

18/02/2004

a l c u n i     c o l l e g a m e n t i     i n t e r e s s a n t i

numeri razionali  e algebra elementare http://www.iprase.tn.it/servizi/poli/matematica/numeri_razionali.pdf

http://www.iprase.tn.it/servizi/poli/matematica/algebra.pdf

Excel http://www.denicolaonline.it/corsionline/excel/excel.htm
derivate http://www.denicolaonline.it/corsionline/teoder.htm

http://members.xoom.virgilio.it/luckydb/derivate2000/teoria.html

dispense di matematica varia http://www.elettronica.ingegneria.unige.it/Laurea_3_anni/Dispense/

http://www.robertobigoni.it/frames.htm

http://www.dipmat.unipg.it/~candelor/didattica.htm

http://www.denicolaonline.it/corsionline/homepag2.htm

precorsi per l'università http://www.dipmat.unipg.it/didattica/clmat/AA2003-04/dispense_precorsi.pdf

http://www.mfn.unipmn.it/~pferrari/Precorso/Precorso0.htm

serie di Fourier e altro http://mathsun1.univ.trieste.it/~tironi/Fouriercorr.pdf

http://www.ateneonline.it/delcorso/link.asp

http://digilander.libero.it/eric5/fourier.html

( vedi anche:    http://digilander.libero.it/eric5/software.html   )

http://www.jhu.edu/~signals/

http://www.electroportal.net/

 

13/02/2004

funzione incrementale  g   associata a una funzione  f  e a un valore  x  dell'argomento ;  operatore   D
g  è definita dalla formula   g(p)=f(x+p)-f(x) ;   in genere g(p) dipende da x oltre che dall'incremento p, ossia g(p) è funzione dell'incremento, ma la funzione g stessa varia al variare della scelta di x
nella seguente  Error: Cannot run the Java applet.   agendo su d si modifica x e agendo su c si modifica p; il punto g descrive il grafico della funzione incrementale di  f  con valore  x   dell'argomento; come si vede, la funzione g cambia al variare di x
Nell'espressione  f(x+p)-f(x)   sono presenti le due variabili  x  e  p, entrambe variabili indipendenti e che variano indipendentemente l'una dall'altra; la variabile p è l'incremento della x (nel passaggio da x a x+p) e viene usualmente indicato con il simbolo Dx (in cui la lettera "delta" ricorda la lettera "d" di "differenza"); pertanto  x  e  Dx sono entrambe variabili indipendenti.   D  è detto "operatore differenza" .
Dx, che è detta "variabile incrementale della variabile x", è indipendente dalla variabile x.
La espressione f(x) è una variabile dipendente dalla  variabile x, mentre l'espressione  f(x+Dx)-f(x)  è una variabile dipendente dalle due variabili x e Dx.
dal momento che Dx  è l'incremento della variabile dipendente f(x) nel passaggio della x al valore x+Dx , si pone:    Df(x) = f(x+Dx)-f(x)
l'espressione Df(x) deve essere interpretata come  D( f(x) ) ,  ossia il simbolo  D  agisce sull'espressione  f(x)  (contenente la sola variabile x) per produrre una nuova espressione contenente sia la variabile x sia la corrispondente variabile incrementale Dx  (e per tale motivo  Df(x) è detta  "espressione incrementale nella variabile x" ).  Ad esempio:            D( x2 ) = (x + Dx)2 - x2 = 2xDx + (Dx)2 .
nell'espressione  f(x) la f (da sola) indica la funzione, mentre l'espressione f(x) è detta "espressione funzionale nella variabile x" o anche "forma funzionale nella variabile x". Potremmo applicare la stessa funzione f ad un'altra variabile, ad esempio t, e ottenere l'espressione funzionale f(t) nella variabile t. Sarebbe bene distinguere sempre fra "funzione" ed "espressione funzionale"
l'operatore  D  può essere applicato anche al solo simbolo di funzione f per ottenere una nuova funzione  Df , ponendo:  (Df)(x)(p) = f(x+p)-f(x) ; ciò significa che ad ogni x  la funzione  Df associa non un numero, bensì la funzione incrementale  g ,  associata alla f e al  valore x dell'argomento di f,  che abbiamo detto essere quella che associa a ogni p il valore  f(x+p)-f(x) :  quindi  (Df)(x)=g (e fra l'altro da ciò viene esplicitata la dipendenza di g dallo x scelto). Pertanto  (Df)(x) non è un numero, ma un'intera funzione.
possiamo riassumere quanto detto ai due punti precedenti con la seguente uguaglianza, che mette in relazione la funzione  Df con l'espressione D(f(x)) :  (Df)(x)( Dx ) = f(x+Dx)-f(x) =  D( f(x) )
ultima osservazione, questa volta di carattere geometrico: la funzione incrementale  g = (Df)(x) , associata alla funzione f e al valore x dell'argomento, ha  (v. la figura sopra)  un  grafico ottenuto per traslazione dal grafico della funzione f con la traslazione che porta il punto (x , f(x) ) nell'origine, il che equivale a considerare degli assi ausiliari centrati, invece che nell'origine, nel punto ( x , f(x) ) .

 

10/02/2004

Spesso gli studenti confondono la proporzionalità diretta con la proprietà di monotonicità (al crescere della variabile indipendente cresce la variabile dipendente) (non pensano ovviamente neanche per un attimo a rette con pendenza negativa). Per contro ( evviva la coerenza ! ) fanno diventare additiva (quindi lineare) praticamente ogni funzione che incontrano negli esercizi (monotòna o non), a cominciare dalla quadratica e dalla radice quadrata. La coerenza, forse, è nell'atteggiamento di "semplificazione a tutti i costi" (compreso - come detto - quello della assenza della "coerenza", già faticosa ricerca, attualmente sempre più diffusamente neanche gadget di distinzione);

per quanto riguarda l'errore sulla proporzionalità, si semplifica qualitativizzando un caso particolare di un enunciato quantitativo (raffazzonamento semantico, tipico della ripetizione mnemonica vagamente collegata a un'idea), mentre nella iper-linearizzazione (direi anzi pan-linearizzazione) si semplifica la formula (raffazzonamento sintattico, tipico dell'identificazione "simboli=gesso sprecato su lavagna", per la serie ... "visto che devo per forza scrivere una formula, buttiamo giù questa!", quindi ripetizione mnemonica per nulla collegata a un'idea).

L'incoerenza: ecco il perché (e si tratta di un "perché" di causa ma anche di comodo fine di manipolabilità sociale) la "matematica" è diventata nella considerazione usuale una malattia del sangue: la ... "mattia ematica".
(in effetti l'insegnante che vuole cercare effettivamente di formare e non solo "informare formalmente" è soggetto a periodi di donchisciottiana (nonché normalissima per qualunque situazione di sforzo e studio non obliterata da delphinizzazioni) "circolazione sanguigna non ottimale", per i quali i più avanzati e labellotropi ("label oriented") manuali italiani di didattica avranno immancabilmente stanato lo ... IETI ( Interchangeable English Terminological Item ) accademicamente e onomatologicamente appropriato)

 

Una osservazione aggiuntiva sulle funzioni a incrementi proporzionali

Dalla proprietà di f(x+p) - f(x) = g(p) di esser costante rispetto alla x
ricaviamo una importante proprietà per la funzione degli incrementi g :

g(p+p')=f(p+p')-f(0)=f(p+p')-f(p)+f(p)-f(0)=g(p')+g(p)=g(p)+g(p')

ossia: la funzione g è "additiva", cioè porta somme in somme.

Ciò comporta che g(nx)=ng(x), per ogni n intero positivo,

il che a sua volta comporta che:

g(1) = g(n 1/n) = n g(1/n)

ossia che:

g(1/n) = g(1) / n

Pertanto:

g(m/n) = m g(1/n) = m ( g(1) / n ) = g(1) m/n
per ogni numero razionale positivo m/n

( ossia g(x) = g(1) x per ogni x razionale positivo )

Inoltre, dalla uguaglianza g(p)=g(p+0)=g(p)+g(0) ricaviamo:
g(0) = 0
(quindi vale g(x)=g(1)x anche con x=0)

E quindi dalla uguaglianza:

0 = g(0) = g(p+(-p)) = g(p) + g(-p)

ricaviamo:

g(-p) = - g(p)

Pertanto la precedente formula g(x)=g(1)x
vale anche con -x al posto di x, ossia per i numeri razionali negativi.

In conclusione: se g è definita sui razionali ed è additiva, si ha che g(x)=kx , con

k = g(1)


ossia g è una proporzionalità diretta con coefficiente di proporzionalità g(1).

Una funzione definita sui razionali e additiva è detta anche "funzione lineare di variabile razionale".

La funzione g degli incrementi di una funzione f a incrementi proporzionali è un esempio di tale tipo di funzione .

***

L'usuale definizione di proporzionalità diretta definisce come tale una funzione g tale che :
g(nx) = n g(x)
(con n=2,3,4,... , ma ovviamente anche per n=1).

Tale proprietà comporta, se g è definita su tutti i razionali positivi, che si abbia:
g(1) = g(n 1/n) = n g(1/n)
ossia:
g(1/n) = g(1) / n

pertanto si ha:

g(m/n) = m g(1) / n = g(1) m/n
per tutti i razionali positivi m/n.

Quindi una g definita sui razionali positivi con la proprietà data all'inizio di "estraibilità del coefficiente" (e questa è in effetti la proprietà di "linearità") deve avere equazione :

g(x) = g(1) x

L'estensione di tale formula anche ai razionali non positivi (quindi allo zero e ai razionali negativi) conduce al tipo di funzione di cui sopra si è trattato.
Pertanto quella che qui è chiamata "proporzionalità diretta" (in base alla proprietà di additività) non è altro che l'estensione a tutto il dominio razionale di un'usuale proporzionalità diretta definita solo sui razionali positivi.

 

Una nota sulla impaginazione:

la disposizione del testo dipende da come è impostata nel browser la grandezza del carattere e perfino dalla grandezza che si sceglie per la finestra di visualizzazione, pertanto bisogna fare attenzione che il fine rigo è variabile.

Ecco perché a volte le formule vengono mozzate. Bisogna sempre tener presente, per una corretta interpretazione delle formule, che c'è una continuità fra ogni rigo e il successivo.

 

09/02/2004

Funzioni a rapporti esponenziali ; elevamento a potenza con esponenti razionali
Sia f una funzione definita su tutti i numeri razionali e siano h e k due di tali numeri
si dice "incremento per rapporto" (o semplicemente "rapporto") della variabile dipendente y=f(x) da x = h a x = k il quoziente f(k)/f(h) , mentre k-h è detto incremento (o "differenza", o ancora "incremento per differenza") della variabile indipendente x nel passaggio da x=h a x=k
la funzione f è detta "a rapporti esponenziali" se a incrementi uguali della variabile indipendente corrispondono rapporti uguali della variabile dipendente, ossia se il rapporto della variabile dipendente è lo stesso in corrispondenza di due incrementi uguali della variabile indipendente. Supponiamo f(x)¹0, per ogni valore di x, in modo da poter usare f(x) al denominatore .
in formula : f(x+p) / f(x) = f(x'+p) / f(x') , per ogni scelta di x , x' , p ; gli incrementi della variabile indipendente da x a x+p e da x' a x'+p sono uguali a p ; un modo alternativo di esprimere questa formula è l'affermazione che l'espressione f(x+p) / f(x) dipende da p e non da x ossia scrivere l'uguaglianza : f(x+p) / f(x) = g(p) , dove g(p) è una funzione della variabile "incrementale" p (la funzione g è detta "funzione dei rapporti" ricavata da f con valore iniziale x dato alla variabile indipendente, oppure semplicemente " funzione rapporto di f in x " ). Una prima conseguenza è che f(x)/f(x/2)=f(x/2)/f(0), ossia f(x)f(0)=( f(x/2) )2 , per cui f(x)f(0)>0, ossia f(x) mantiene sempre lo stesso segno di f(0).   Una seconda conseguenza riguarda la funzione g :     g(p+p') = f(p+p')/f(0) = (f(p+p')/f(p))(f(p)/f(0)) = g(p')g(p) = g(p)g(p'), cioè la funzione g porta somme in prodotti.
proveremo che per ogni numero intero positivo x si ha: f(x) = b a x , con a = f(1) / f(0) e b = f(0); inoltre estenderemo la definizione di potenza al caso di esponente razionale qualunque proprio in modo cha tale formula valga per ogni x razionale (ossia della forma m/n con m intero ed n intero positivo)
agli incrementi di 1 sulle ascisse corrisponde sempre lo stesso rapporto r sulle ordinate; in formule: f(1) / f(0) = r = a (ricordiamo che abbiamo posto a=f(1)/f(0) ) , f(2) / f(1) = r , ... , f(m) / f(m-1) = r, ecc ... ; quindi: f(1) = f(0)a = ba ( ricordando che abbiamo posto b=f(0) ) , f(2) = f(1)r = f(1)a = ba2 , ... , f(m) = f(m-1)r = f(m-1)a = b am-1 a = b am , ecc... ; quindi per ogni x intero positivo vale l'uguaglianza f(x) = b a x ; essa vale anche per x = 0 , purché si definisca a 0 in modo che valga l'uguaglianza f(0) = b a 0, ossia in modo che b = b a 0 , ovvero a 0 = 1 .
dividiamo l'intervallo di base fra x = 0 e x = 1 in n parti uguali, realizzando n incrementi ognuno di 1/n a partire da x = 0, cui corrispondono altrettanti rapporti della variabile dipendente tutti uguali fra di loro (clicca sulla figura qui sotto e poi premi la barra spaziatrice tante volte fino a quando non hai ottenuto il valore desiderato di n (che all'inizio è pari a 1); per tornare allo stato iniziale digita la lettera c ( = "clear"), inoltre per spostare la figura usa il tasto destro del mouse ; agendo sui punti a = f(1) / f(0) e b = f(0) si modifica la funzione f ; muovendo d in orizzontale (oppure agendo sulle frecce di spostamento laterale dalla tastiera) si sposta il punto iniziale h dell'incremento p = k-h = 1/n ). Infine coi tasti + e - si agisce sulla scala della intera figura.
agli incrementi di 1/n sulle ascisse corrisponde sempre lo stesso rapporto s sulle ordinate

in formule : f(1/n) / f(0) = s , f(2/n) / f(1/n) = s , ... , f(1) / f(1-1/n) = s , ... , f(m/n) / f(m/n - 1/n) = s , ...

moltiplicando membro a membro le prime n (corrispondenti alla suddivisione in figura) di tali uguaglianze, e semplificando i termini inversi presenti nel primo di tali prodotti otteniamo: f(1)/f(0) = sn , ossia a=sn (ricordiamo che abbiamo posto a=f(1)/f(0) ) ; siccome f(x)f(0)>0 per ogni x, si ha a = f(1)/f(0)>0 e s=f(1/n)/f(0)>0. Pertanto s è la radice positiva di indice n del numero positivo a.
dalle precedenti uguaglianze, usando dalla seconda in poi l'uguaglianza immediatamente precedente e ricordando che abbiamo posto b=f(0), otteniamo: f(1/n) = f(0)s = bs , f(2/n) = f(1/n)s = bss = bs2 , ... , f(1) = f(1-1/n)s = bsn , ... , f(m/n) = f( (m-1)/n )s = b sm-1 s = b sm . Se definiamo am/n = sm , ossia la potenza di esponente m della radice positiva di indice n di a (con m numero intero positivo), possiamo scrivere l'uguaglianza per ogni x=m/n :    f(x) = f(m/n) = b sm = b am/n = b ax . Come abbiamo visto questa uguaglianza vale anche per x=0, quindi l'abbiamo provata per ogni valore di x razionale non negativo. Notiamo che da tale formula segue che f(x) ha sempre lo stesso segno di b, in quanto ax >0
se -x è il numero razionale negativo opposto a quello generico positivo per cui abbiamo visto che vale l'uguaglianza f(x) = b ax , per la proprietà della uguaglianza dei rapporti in corrispondenza a incrementi uguali si ha: f(0)/f(-x) = f(x)/f(0) , quindi f(-x) = f(0) f(0) / f(x)= b2 / f(x) = b2/(b ax) = b/ax = b (1/ax) , ossia continua a valere la espressione f(x)=b ax anche con -x al posto di x purché si definisca a-x =1/ax .
la dicitura "a rapporti esponenziali" trae origine dal fatto che, indipendentemente da quale sia l'ascissa x scelta come iniziale per l'incremento della variabile indipendente, si ha: g(p)=f(x+p)/f(x) = (b ax+p)/(b ax ) = (ax+p)/(ax )= (ax ap)/(ax ) = ap , ossia la funzione rapporto della f in x associa ad ogni p la potenza di base a ed esponente p stesso; tale funzione è detta "esponenziale in base a" (osserviamo che la base di g è la stessa per tutti i valori iniziali x della variabile indipendente)

 

Funzioni a incrementi lineari (o direttamente proporzionali)
Sia f una funzione definita su tutti i numeri razionali e siano h e k due di tali numeri
si dice incremento (o differenza) della variabile dipendente y=f(x) da x=h a x=k il valore f(k)-f(h), mentre k-h è detto incremento della variabile indipendente x nel passaggio da x=h a x=k
la funzione f è detta "a incrementi lineari" (al posto di "incrementi" si può usare il termine "differenze" e al posto di "lineari" la locuzione "direttamente proporzionali") se a incrementi uguali della variabile indipendente corrispondono incrementi uguali della variabile dipendente, ossia se l'incremento della variabile dipendente è lo stesso in corrispondenza di due incrementi uguali della variabile indipendente
in formula : f(x+p) - f(x) = f(x'+p) - f(x') , per ogni scelta di x , x' , p (linearità degli incrementi); gli incrementi della variabile indipendente da x a x+p e da x' a x'+p sono uguali a p ; un modo alternativo di esprimere questa formula è l'affermazione che l'espressione f(x+p) - f(x) dipende da p e non da x ossia scrivere l'uguaglianza : f(x+p) - f(x) = g(p) , dove g(p) è una funzione della variabile "incrementale" p (la funzione g è detta "funzione incrementale" ricavata da f con valore iniziale x dato alla variabile indipendente, oppure semplicemente " funzione incrementale di f in x ")
proveremo che per ogni numero razionale x si ha: f(x) = a x + b , con a = f(1) - f(0) e b = f(0)
dividiamo l'intervallo di base fra x=0 e x=1 in n parti uguali, realizzando n incrementi ognuno di 1/n a partire da x=0, cui corrispondono altrettanti incrementi della variabile dipendente tutti uguali fra di loro (clicca sulla figura qui sotto e poi premi la barra spaziatrice tante volte fino a quando non hai ottenuto il valore desiderato di n (che all'inizio è pari a 1); per tornare allo stato iniziale digita la lettera c ( = "clear"), inoltre per spostare la figura usa il tasto destro del mouse ; agendo su a=f(1)-f(0) e su b=f(0) si modifica la funzione f ; muovendo d in orizzontale (oppure agendo sulle frecce di spostamento laterale dalla tastiera) si sposta il punto iniziale h dell'incremento p=k-h=1/n ). Infine coi tasti + e - si agisce sulla scala della intera figura.
agli incrementi di 1/n sulle ascisse corrisponde sempre lo stesso incremento q sulle ordinate

in formule : f(1/n)-f(0)=q , f(2/n)-f(1/n)=q , ... , f(1)-f(1-1/n)=q , ... , f(m/n) - f(m/n - 1/n) = q , ecc ...

sommando membro a membro le prime n (corrispondenti alla suddivisione in figura) di tali uguaglianze, e semplificando i termini opposti presenti nella prima di tali somme otteniamo: f(1)-f(0) = nq, ossia a=nq (ricordiamo che abbiamo posto a=f(1)-f(0) ), ovvero troviamo il valore di q, che è : q = a/n
Quindi: f(1/n)-f(0)=a/n , f(2/n)-f(1/n)=a/n , ... , f(1)-f(1-1/n)=a/n , ... , f(m/n) - f(m/n - 1/n) = a/n
dalle precedenti uguaglianze, usando dalla seconda in poi l'uguaglianza immediatamente precedente e ricordando che abbiamo posto b=f(0), otteniamo: f(1/n)=a/n+f(0)=a/n+b , f(2/n)=a/n+f(1/n)=2a/n+b, ... , f(1) = a/n + f(1-1/n) = n a/n + b , ... , f(m/n) = a/n + f(m/n-1/n) = m a/n + b = a m/n + b , ossia per ogni x razionale espresso come m/n , con m numero intero non negativo, si ha : f(x) = a x + b
se -x è il numero razionale negativo opposto a quello generico positivo per cui abbiamo visto che vale l'uguaglianza f(x)=ax+b, per la proprietà della linearità degli incrementi si ha: f(0) - f(-x) = f(x) - f(0) , quindi f(-x) = -f(x) + 2 f(0) = -(ax+b) + 2b = -ax - b + 2b = -ax + b = a (-x) + b , ossia continua a valere la espressione f(x)=ax+b anche con -x al posto di x .
la dicitura "a incrementi lineari" trae origine dal fatto che, indipendentemente da quale sia x, si ha:
 g(p)=f(x+p)-f(x)=a(x+p)+b-ax-b=ap , ossia la funzione incrementale della f in x è lineare, ossia è una proporzionalità diretta (la stessa per tutti i valori iniziali x della variabile indipendente)

In conclusione:

ogni funzione a incrementi lineari ha per equazione l'equazione di una retta non verticale

 

07/02/2004

E' possibile scaricare materiale su windows, word, excel, derive, cabri, pascal al seguente indirizzo http://provincia.milano.it/scuole/vittorioveneto/sito_definitivo/classi/schede_classi/informatica.htm

 

 

a p p l e t s       C a b r i J a v a

 

 

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