Il
commediografo Carlo Goldoni è considerato tra i più importanti autori
letterari del ‘700. Goldoni nacque a Venezia, nel 1707, da una famiglia
borghese che gli permise di studiare. Passò da una scuola ad un’altra
dimostrando molto interesse per il mondo del teatro. La sua lunga vita è legata
ad un eccezionale impresa: la Riforma del teatro italiano, opera che realizzò
attraverso 150 commedie portate in scena. Le commedie di Goldoni sono quasi
tutte contraddistinte da una istintiva comicità e da vivacità dialogica. Le
opere più importanti sono: “La bottega del caffè”, “Il bugiardo”,
“Il ventaglio”, “Il campiello”, “I Rusteghi”, “La vedova
scaltra”, “Le baruffe chiozzotte”, “Sior Todero Brontolon”.
La
più famosa è “La locandiera”, scritta nel 1752, divisa in tre atti. La
trama di questa commedia racconta di una giovane ragazza di nome Mirandolina,
una graziosa locandiera di cui moltissimi giovani si innamoravano. Questa si
prenderà gioco di loro, divertendosi a farsi rincorrere, senza impegnarsi con
nessuno. La vicenda ha luogo a Firenze, nella locanda della bella fanciulla,
dove il Marchese di Forlipopoli ed il Conte di Albafiorita si contendono le
attenzioni di Mirandolina, discutendo animatamente. I due cercheranno di
“comprare” l’amore impossibile della giovane locandiera con regali e
denaro, cosa che però non le piacerà, perché non sa che farsene della nobiltà,
anzi, il suo piacere consiste nell’essere vagheggiata e adorata come una dea.
Il Marchese di Forlipopoli le fa una proposta di matrimonio, ma, come sappiano
già, la risposta di Mirandolina sarà “negativa”. L’unico a resistere
all’immensa bellezza della locandiera è il Cavaliere di Ripafratta, che
inizialmente era misogino. Questo è un piccolissimo dettaglio che suscita in
Mirandolina un po’ di curiosità. Per questo motivo la ragazza si divertirà
ad affascinarlo e ad attrarlo nella rete della sua seduzione. Riuscita nel suo
intento, ormai adorata anche dal Cavaliere di Ripafratta, per non rischiare la
sua reputazione e la vita medesima, sposa una volta per tutte il suo fedelissimo
amico e cameriere Filippo, da cui verrà protetta da ogni pericolo.
Ciò che di più colpisce è la semplicità della commedia goldoniana, dove pochi personaggi intrecciano tra loro i propri destini, rendendo questa commedia ironica e di grande effetto.
Classe
II R
Il medico dei pazzi
Con altre classi siamo stati a teatro a vedere "Il medico dei pazzi" di Edoardo Scarpetta.
È la storia di un giovane che alloggia in una pensione e dovrebbe frequentare l’università, anzi essere già laureato.
Ha invece la passione del gioco e sperpera tutti i soldi che lo zio gli manda.
Quando quest’ultimo viene a trovarlo, deve fingere che l’albergo sia una clinica per malati di mente e che tutti gli altri ospiti siano i pazzi che lui cura. È un po’ lo sono veramente!
Si creano equivoci e situazioni strane ma, alla fine, tutto si risolve. Non tutti abbiamo capito bene tutte le battute, visto che si recitava in dialetto napoletano, ma ci siamo molto divertiti perché gli attori recitavano bene ed i personaggi, espressivi e molto buffi, indossavano costumi molto ben fatti.
III B