IL MIO SPORT PREFERITO:
Tra i tanti sport che si vedono alla televisione quello che io preferisco è il calcio. Questo è anche lo sport più seguito in Italia. Il gioco del calcio consiste in un incontro, diretto da un arbitro e da due guarda linee della durata di novanta minuti, fra due squadre composte ciascuna da undici giocatori allenati da un tecnico; scopo del gioco è quello di realizzare più goal possibili nel un corso di una partita. Ogni squadra effettua un goal quando riesce a far entrare il pallone nella rete della squadra avversaria.
Esistono
diversi tipi di campionati:
·
Il campionato italiano;
·
La coppa campioni;
·
La Champions-League;
·
La coppa del mondo.
Ogni
campionato vede “scontrarsi” diverse squadre, la coppa viene vinta, dalla
squadra che al termine di tutti l’incontri avrà realizzato più punti.
Il
campionato che io seguo di più è il campionato italiano, che ha la durata di
nove mesi (inizia a settembre e termina a giugno). A questo partecipano più di
venti squadre. Le partite vengono giocate ogni domenica: ad ogni partita vinta
vengono attribuiti tre punti; ad ogni partita pareggiata viene attribuito un
punto, zero punti per ogni partita persa.
Le
mie due squadre del cuore sono la Roma e il Cagliari.
Che sudata!
Il 2 dicembre 2004 si sarebbe dovuta svolgere la corsa campestre, ma per il maltempo è stata rinviata di una settimana. E il 9 dicembre… che fatica! Abbiamo fatto la pista più tortuosa e il chilometro più lungo della nostra vita. E più della metà dei concorrenti di qualsiasi età è caduta facendosi molto, ma molto male (no, non vi preoccupate, sto esagerando, non è successo niente di grave!). La gara è iniziata con le femmine del ’93 e si è conclusa con i maschi del ’91. A tracciare il percorso sono stati i concorrenti del Cerreto e bisogna dire che hanno fatto proprio un ottimo lavoro…
Alla prossima corsa!
Dario
Mulliri, I Z
Le ultime notizie
dalla Formula 1
In
questi ultimi giorni sono stati resi noti quasi tutti i piloti che prenderanno
il via il 5 Marzo alle prime qualifiche del Gran Premio d'Australia a Melbourne:
alla Ferrari c'è sempre la coppia Michel Schumacher‑Barrichello;
ugualmente è alla BAR con Button e Sato; in casa Renault rimane Alonso e arriva
il nostro Fisichella; alla Williams c'è una rivoluzione totale: come prima
guida abbiamo Webber e come seconda Heidfeld; alla McLaren c'è la lotta in casa
fra il nuovo acquisto Montoya ed il vice‑campione del mondo 2003 Raikkonen;
alla Sauber ci sono Massa e il campione del mondo 1997
Villeneuve; alla Toyota abbiamo Ralf Schumacher ed il nostro connazionale
Trulli: con questi due piloti, la scuderia nipponica potrebbe essere la
rivoluzione dell'anno; la Jordan non ha ancora ingaggiato i piloti; la Minardi
ha scelto il debuttante olandese Albers, ma non ha ancora deciso la seconda
guida.
Oltre a queste 9 scuderie,
ci sarà la novità della Red Bull (una multinazionale di bevande che ha
acquistato la Jaguar, che si stava ritirando), che ha come piloti il veterano
Coulthard e Klien o il nostro Liuzzi.
Insieme alle "new
entry" dello scorso anno, cioè i circuiti di Cina e Bahrain, si disputerà
anche il GP della Turchia: si arriverà così a 19 GP, un record per la Formula
1.
Mentre
Ecclestone, il capo della FOA (Formula One Administration) varava i cambiamenti
del regolamento, tutta la scuderia Ferrari si trovava a Madonna di Campiglio per
l'incontro annuale pre‑lavoro: c'era chi sciava, come Schumacher (v.
foto), chi investiva persone con lo snowboard, come Valentino Rossi (mentre era
sulla neve il giovane pilota ha travolto una persona, da cui è stato poi
denunciato) e chi si divertiva con le macchine (i due compagni ferraristi si
stavano esibendo davanti alla folla per le strade del posto con delle Panda,
sennonché Schumacher ha voluto fare "lo sborooone" - come dice di lui
il comico di Zelig Marco Della Noce -, ha preso la strada contromano mentre
stava sopraggiungendo Barrichello e i due si sono scontrati lateralmente senza
però riportare danni fisici).
Ci rivediamo fra un mese
con le ultime notizie su questa disciplina, e la prossima volta parleremo
soprattutto dell'inizio del campionato mondiale, che comincerà il 5 Marzo.
Mattia Parente III Z
TRAGEDIA
sfiorata CON IL PARAPENDIO
TRE LUNGHE ORE PER SIMONA BLESSENT
Simona Blessent non dimenticherà la spaventosa avventura vissuta
nell’ottobre 2004.
La giornata
limpida e il cielo terso sembravano proprio un buon auspicio per un piacevole
volo. Così con i suoi amici si era lanciata da un campo sopra Ivrea 1400 m
d’altezza. Tutto filava liscio, ma, ad un tratto, Simona ha visto i cavi
dell’alta tensione correrle incontro…
Terrorizzata,
aveva fatto di tutto per evitarli,
ma non c’era stato niente da fare: si è ritrovata impigliata tra i cavi.
Il suo incubo
è durato tre ore, il tempo perché i soccorritori riuscissero tra mille
difficoltà ad imbarcarla e a riportarla a terra. Il vento rendeva
difficilissime le operazioni di salvataggio.
Alla fine, però,
è stata trovata la soluzione. I vigili del fuoco, dopo aver fatto interrompere
l’energia elettrica nella zona, si sono arrampicati sul traliccio e sono
riusciti ad afferrare la ragazza.
Vicenda
assolutamente terribile ma, allo stesso tempo, accompagnata da una buona dose di
fortuna. Infatti, solo grazie alla prontezza e all’abilità dei vigili Simona
è ancora sana e salva.
Luigi
Scarsella e Vanessa Picariello II Z
Francesco
Totti
Francesco
Totti nasce a Roma il 27 settembre 1976. Dimostra sin da piccolo confidenza con
la sfera di cuoio: naturale, perciò, la scelta dei genitori di indirizzarlo al
gioco del calcio. La sua prima squadra è la Fortitudo, una piccola società del
quartiere San Giovanni, dove viveva la famiglia Totti. Nel 1986 il passaggio
alla Lodigiani, primo passo importante verso il calcio che conta.
Totti
è allenato prima da Mastropietro e poi da Emidio Nerone, due figure importanti
dal punto di vista calcistico. Dopo altre due stagioni, la famiglia Totti viene
sottoposta al dilemma: la Lodigiani fa presente che Francesco fa gola sia alla
Roma sia alla Lazio. Nessuna esitazione per i genitori: il giovane calciatore
approda a Trigoria nel 1989, iniziando la sua carriera in giallorosso partendo
dalle giovanili.
Il
talento naturale di Francesco spinge i tecnici di tutte le rappresentative a
convocarlo spesso.
Nella
stessa stagione gli capita di disputare partite con gli Allievi Nazionali e la
Primavera o addirittura di essere decisivo per la conquista dello scudetto
sempre con gli Allievi. Da quel momento il rapporto fra Totti e la prima squadra
andrà sempre in crescendo, anche se nel frattempo continua l’esperienza anche
nelle giovanili azzurre.
Anche
in Nazionale le soddisfazioni non mancano: fin dall’Under 15 Francesco trova
il modo di mettersi in luce, toccando in seguito l’apice della sua carriera in
azzurro con la conquista del titolo europeo Under 21 battendo in finale la
Spagna ai calci di rigore. Pochi mesi prima Totti aveva conosciuto il sapore di
una convocazione della Nazionale maggiore: Arrigo Sacchi lo aveva convocato per
uno stage alla Borghesiana regalandogli parole di grande stima e considerazione.
Tornando
alla Roma, nel 1994 arriva a Trigoria Carletto Mazzone, uomo che lancerà
definitivamente Francesco sul grande palcoscenico del calcio che conta e che per
lui resterà sempre un punto di riferimento importante, un secondo padre
cui chiedere consiglio nei momenti difficili. Il 4 settembre 1994 arriva
il suo primo gol con la casacca dei grandi: all’Olimpico, davanti al pubblico
del quale fino a pochi anni prima faceva parte in veste di piccolo tifoso, segna
contro il Foggia. Forse è quello il vero inizio della favola dell’attuale
numero 10 della Roma, favola che ha conosciuto anche dei momenti difficili come
la scarsa considerazione di Carlos Bianchi.
Con
l’arrivo di Capello, la Roma ha conosciuto un’annata di transizione che ha
coinvolto lo stesso Totti peraltro vittima di un infortunio a inizio stagione
che ne ha pregiudicato il rendimento per alcuni mesi; ma il capitano giallorosso
si è confermato uomo assist e leader anche nei momenti più difficili.
La
convocazione di Zoff per Euro 2004 e la conquista di una maglia da titolare con
gli azzurri confermano la stagione positiva di Totti.
La
carriera di Francesco continua all’insegna del successo con la squadra
giallorossa: il terzo scudetto nella stagione 2000/2001 e le prodezze in
Champions League; anche in Nazionale la sua maglia numero 10 è il perno
dell’attacco azzurro.
Si
è sempre impegnato nel settore sociale promuovendo un Libro di Barzellette su
di lui, il cui incasso è stato devoluto in beneficenza.
Federica Amato 3° E
Pallavolo:
B/2 femminile, l’orgoglio di Ladispoli
Quest’anno
la pallavolo femminile della nostra cittadina ci sta regalando grandi emozioni:
la promozione nella serie B/2 nazionale e il posto fisso nelle parti alte della
classifica del girone a cui partecipa.
La
promozione in questa serie nazionale è avvenuta grazie alla fusione con la
squadra del Cesano, una cittadina del Lazio, ma già lo scorso anno c’erano
tutte le carte in regola per arrivare in B/2: la nostra squadra, alla fine del
campionato dello scorso anno era quarta nel suo girone e passò ai play-off, in
altre parole alcune partite contro le prime quattro degli altri gironi della
serie C e dovette affrontare una delle squadre più forti, il Labico.
Putroppo
le partite vennero perse e il Ladispoli dovette accontarsi della serie C anche
per il campionato successivo.
Tutti
oramai erano sicuri che le nostre ragazze avrebbero affrontato un’altra volta
il campionato della serie C regionale ma avvenne un fatto inaspettato: un
accordo di fusione con la società Fidia Cesano, attraverso il quale venne
formata un’altra squadra, vale a dire la Tre Pini Fidia Ladispoli.
Questa
squadra è formata dalle migliori giocatrici sia di Cesano (una di queste
ragazze di Cesano è il capitano) che di Ladispoli ed altri “nuovi acquisti”
tra cui Mirna Lioni, una bravissima schiacciatrice.
Ora
il campionato è nella fase di ritorno e le ragazze hanno fatto un buon lavoro,
mantenendo sempre un posto fisso nei piani alti della classifica, il più delle
volte il primo posto: questo campionato è partito benissimo ma nel susseguirsi
del tempo ci sono stati molti infortuni ed una squalifica di una giocatrice
trovata positiva ai controlli antidoping.
Nelle
ultime partite il Ladispoli si sta riprendendo e cerca di riconquistare il suo
posto in prima posizione; l’ultimo incontro (fuori casa) è stato perso
solamente per un set ma la Tre Pini Fidia Ladispoli è sempre situata sul podio
della classifica con 31 punti, 3 di distacco dalla seconda e dalla prima.
Comunque
le nostre ragazze hanno fatto un buon lavoro e sicuramente si può essere fieri
di loro, soprattutto se come me si fa parte delle categorie giovanili dell’ASVL
(Associazione Sportiva Volley Ladispoli).
Sara
Landi 3°E
Ultimissime
dalla Formula 1
Dopo
quattro mesi di riposo, il 6 Marzo, con il GP d’Australia, inizierà il nuovo
mondiale di Formula 1. Nei giorni scorsi si sono definite le ultime vetture a
disposizione: alla Red Bull, con lo scozzese David Coulthard ci saranno
Christijan Klien e il nostro Vitantonio Liuzzi, spetterà poi ai tecnici della
scuderia decidere di gran premio in gran premio chi scenderà in pista; la
Jordan ha ingaggiato due debuttanti, Tiago Monteiro e Narain Karthikeyan,
entrambi militanti lo scorso anno nella “Nissan World Series”,
sottocategoria della Formula 1: il secondo sarà il primo pilota indiano della
storia della Formula 1; come compagno dell’olandese Chrijstian Albers, alla
Minardi ci sarà l’austriaco Patrick Friesacher, anche lui debuttante.
Il fatto più
eclatante di quest’ultimo mese è stato il rinnovo del “Patto della
Concordia” da parte della Ferrari, contratto che lega la scuderia con il
“regno” di Ecclestone fino al 2012. La BMW, la Mercedes e la Renault, con
l’aggiunta di Honda e Toyota - case motoristiche delle relative scuderie,
creatrici nel 2001 della GPWC per la diminuzione degli introiti dai diritti TV -
sono rimaste sorprese per la mossa della Ferrari, che fino a qualche giorno
prima faceva parte anche lei della GPWC.
Invece, il fatto
più bello è stato l’incontro a Roma fra tutta la Ferrari e Giovanni Paolo II,
qualche giorno prima che si ammalasse: gli sportivi hanno regalato al Santo
Padre un “modellone” della F2004; non è mancato il fuoriprogramma, con
Barrichello che ha fatto benedire la foto con la sua famiglia.
Dopo
una settimana, sono stati i ferraristi ad avere degli ospiti a Maranello, cioè
tutti i medagliati di Atene 2004, tra cui Juri Chechi che ha donato a Schumacher
una medaglia d’oro di Roma ‘60 “per le emozioni che ci dai”, come ha
detto l’atleta azzurro.
Ma,
nonostante queste giornate felici, ce ne sono state altre nella quale la
«rossa» non riusciva a dare le solite performance. Questo è dovuto al
miglioramento delle altre vetture, soprattutto la Renault, ora con piloti più
esperti e auto più performanti, che cerca di rivincere il titolo mondiale
costruttori, cosa che non accade dal 1995, quando la scuderia, che allora si
chiamava Benetton, aveva come pilota di punta il già campione del mondo Michel
Schumacher, sempre con il manager Flavio Briatore.
Infine, il fatto di cui si sta molto parlando già da metà dello scorso mondiale è la sicurezza dei circuiti. Barrichello ha ribadito più volte che bisognerebbe aumentarla, perché le vetture, con il passare del tempo, diventano sempre più veloci. Infatti, già da due anni, si sta discutendo per diminuire le prestazioni delle auto.
Mattia Parente III Z
Fabrizio Meoni è stato un grande motociclista che ha vinto due volte il titolo mondiale.
Come tanti amava la Dakar, una gara di centinaia di chilometri che si svolge in un deserto pieno di insidie ed è per questo che in 27 anni sono morte 47(!!!) persone.
Meoni conosceva la pericolosità di questo sport, ma lui l’amava, amava la sua moto, il deserto e per questo veniva chiamato “l’africano”.
La morte del pilota è stata causata da un arresto cardiaco in seguito ad un incidente: un avvallamento dopo una duna lo ha fatto cadere, facendolo sbalzare in avanti dalla sua moto e provocandogli la rottura dell’osso del collo. I quarantacinque minuti di massaggio cardiaco sono stati vani.
Fabrizio
Meoni ha lasciato la moglie e due figli. Lui che voleva vincere questa Dakar
divertendosi, lui che l’anno scorso disse di voler correre un altro anno per
rimediare all’ultima gara conclusa in sesta posizione, lui che a quarantasette
anni doveva ritirarsi per condividere insieme al figlio la passione per il
motocross.
Sarebbero state le sue ultime cinque tappe, dunque, ma il destino non gliele ha concesse.
L’Africa era tutto per lui, tanto che ha fondato una scuola con duecento iscritti; il suo sogno, fra i tanti, era arrivare alle mille persone.
La disperazione dei compagni e non, fermatisi dopo aver visto Fabrizio immobile per terra, è stata enorme. Dopo l’incidente il team, la KTM, ha chiesto ai propri piloti di ritirarsi, ma loro, proprio in nome di Meoni, hanno deciso di continuare.
Meoni ci ha lasciato e noi vorremmo ricordarlo come colui che dominava nel deserto, colui che amava quella terra tanto pericolosa quanto bella.
Personalmente, dato che lo conoscevo come motociclista, vorrei ricordarlo come la persona che ha dato tutto a questo sport, anche la vita, e come l’uomo che con la sua passione ha scritto una pagina dello sport italiano che per me sarà difficile scordare.
Viva lo sport: ma non solo… il calcio
Se io fossi un ragazzo e qualcuno mi chiedesse di andare a giocare a calcio per poi guadagnare tanti soldi forse lo farei… Ma nella vita ci sono cose molto più importanti di questa e sono anche cose primarie; mentre a mio parere il calcio è del tutto secondario.
Io vorrei che in Italia tutti quanti gli sport fossero alla pari e avessero la stessa rilevanza. Come avrete capito, a me il calcio non piace. Secondo me si dà troppa importanza ai calciatori.
Anche io pratico lo sport ed è molto faticoso; ma il lavoro premia sempre. Come accade in quasi tutti gli sport, non sono i soldi a premiare, quanto la felicità di aver vinto e la consapevolezza che tutto il lavoro svolto è servito a qualcosa; mentre nel calcio, sia che si vinca sia che si perda, i guadagni dei giocatori sono, non solo molto alti, ma anche assicurati.
Non è solo questo che mi infastidisce, ma è tutta l’importanza che viene data al calcio. Speriamo che un giorno qualcuno capirà che bisogna dare spazio e risalto non solo al calcio ma anche agli altri sport definiti minori.
Per concludere, nello sport, quello vero, non si viene pagati con così tanti soldi, ma si è ricompensati con la gloria della vittoria.
Silvia Guerrini IIG
IL RUGBY
Il rugby nacque nel 1823 grazie a William Webb Ellis, allievo del collegio di rugby, improvvisamente durante una partita di calcio abbracciò il pallone e corse verso la porta.
Diffusosi nelle università di Oxford e poi di Cambridge dopo una prima sistemazione regolamentare del reverendo Thomas Arnold, nel 1871 il rugby ebbe un preciso regolamento. Il terreno di gioco è un rettangolo limitato nel senso della lunghezza tra i 95 e i 100 metri dalle linee di meta, in quello della larghezza dalle linee laterali (o di touch) fra i 66 e i 69 metri. Aldilà della linea di meta esiste ancora una porzione di campo detta area di meta lunga da 15 a 22 metri e limitata dalla linea di pallone morto. Al centro della linea di meta sono infisse due porte, una di fronte all’altra, larghe 5,65 metri, a forma di H, dove la barriera trasversale è posta a 3 metri d’altezza. Il pallone"ovale", ha queste dimensioni: asse maggiore 28 centimetri circa; perimetro maggiore da 76 a 79 centimetri, quello inferiore da 60 a 65 centimetri; peso da 375 a 425 grammi. I quindici giocatori sono divisi in otto avanti (che costituiscono il pacchetto di mischia), due mediani (di mischia e di apertura), quattro tre quarti e un estremo. Il pallone viene giocato sia con i piedi, sia con le mani, con le quali tuttavia si possono effettuare solo passaggi all’indietro; durante l’azione che si sposta verso la meta ciascun giocatore deve rimanere dietro colui che è in possesso del pallone, altrimenti va in fuori gioco. Alcune irregolarità come il fuori gioco o il passaggio involontario in avanti con le mani, danno luogo alla mischia; altre più gravi sono punite con un calcio di punizione. Non è ammesso il gioco troppo violento, mentre è pratica regolare il placcaggio, per fermare l’avversario in possesso del pallone. Negli Stati Uniti si pratica il cosiddetto rugby americano chiamato football, nel quale si affrontano in un campo diviso in strisce da 10 iarde (pari a 9,15 metri circa), due squadre di undici uomini, che possono essere sostituiti continuamente. In Italia è ancora uno sport poco praticato.
Patryeja Daszkilewicz 2C
Nuoto sincronizzato
Il Nuoto sincronizzato nasce in America negli anni 20 e diventa famoso nel mondo negli anni 50 grazie ad Esther Williams, campionessa di nuoto e di tuffi, che interpreta molti film incentrati su coreografie acquatiche con decine e decine di nuotatori ballerini.
Col passare degli anni lo spettacolo si trasforma in sport divenendo sempre più tecnico e, negli ultimi anni, sempre più acrobatico.
In Italia viene portato nel 1976 da Romilde Cucchetti. La prima apparizione italiana in campo internazionale risale al 1978 ai Campionati Mondiali di Berlino. Da quella prima apparizione il livello della nostra nazionale è cresciuto: attualmente siamo la terza nazione a livello europeo dopo Russia e Francia e la settima a livello mondiale. Il nuoto sincronizzato è una disciplina che unisce alla grazia della danza l’originalità dei movimenti. Tale armonia ed originalità nascono da un’incalzante ed impegnativo allenamento specie per chi pratica questo sport a livello agonistico.
Ci si inizia ad allenare con costanza intorno ai 6 anni e strumento necessario per chi si avvicina a tale disciplina è il tappa-naso che è indispensabile specie quando si eseguono figure con la testa in giù.
L’allenamento si svolge per 6 giorni a settimana con lezioni della durata da 90 a 120 minuti. In un allenamento il lavoro svolto si divide in 2 parti principali:
Parte Aerobica di riscaldamento che serve a migliorare la resistenza e la potenza ed a tonificare il corpo asciugandolo.
Parte Anaerobica in cui si apprendono i movimenti necessari ad eseguire le figure.
Le difficoltà maggiori in allenamento sono quella di nuotare trattenendo il respiro ed il lavorare a testa in giù eseguendo alla perfezione tutti i movimenti senza mai perdere l’orientamento e sincronizzandosi con le compagne di squadra.
Vista la lunga permanenza in apnea, tale sport è decisamente sconsigliato a coloro che soffrono di problemi alle orecchie.
Ruolo importantissimo nelle esibizioni è infine la musica che grazie a diffusori subacquei può essere ascoltata dalle atlete anche quando il corpo è completamente immerso in acqua.
Il sincronizzato ha varie specialità: singolo, doppio, trio, squadra. Quindi questo sport può essere definito al tempo stesso sport di squadra e sport individuale.
Le gare possono consistere in Prove Tecniche, dove ogni esercizio, come nel pattinaggio artistico, ha dei movimenti obbligati e in Prove Libere dove si da il libero sfogo alla propria creatività.
Sara Balis III E