Palazzo Chigi

   

    In alcuni documenti risalenti al Seicento Palazzo Chigi è definito "villa " ed infatti per  la famiglia  Chigi  era la villa di campagna da utilizzare d’estate. Il Papa Alessandro VII, con i suoi tre nipoti: Sigismondo, Flavio e Agostino, lo preferì a quello di Castel Gandolfo.

    Oggi è senz’altro il palazzo del  Seicento più in buono stato di tutta la provincia di Roma . 

    Non è possibile riconoscergli uno stile architettonico preciso, dal momento che  la facciata è della seconda metà del '500, epoca in cui i Savelli ne iniziarono la costruzione dove, in età romana, sorgeva l'acropoli; il lato che guarda il parco, presenta  due avancorpi che risalgono al Seicento  e ricorda strutture di ville della campagna romana; da lontano si presenta come una vera fortezza.

    Al Cinquecento risale il salone del  primo piano, con il grande camino in peperino, come anche il fronte principale sul cortile.

    I Chigi acquistarono dai Savelli il feudo nel Seicento e il Papa Alessandro VII Chigi incaricò l'architetto napoletano Gian Lorenzo Bernini di  sistemare l'acropoli, salvando in parte la costruzione già esistente. Il Bernini creò un edificio con caratteristiche di  villa e di palazzo  ed ebbe al suo fianco, come collaboratore, Carlo Fontana. I lavori furono realizzati nel 1667/72 e nel 1740/43. Il nuovo progetto comportò, al lato dello scalone principale, la costruzione della sala da pranzo d'estate,  che venne usata solo nel periodo caldo, essendo esposta a settentrione L'esterno fu tinteggiato con un colore molto di moda all'epoca, il "Color dell'aria", cioè un azzurro tenue.

    Al 1740 risale la sopraelevazione chiamata Torrione nuovo.

    Sono del XVII sec. le decorazioni del cavalier Tempesta che riproducono animali e segni zodiacali, mentre del XVIII secolo sono quelle che si riferiscono a temi ariosteschi e i paesaggi di G. Cades, F. Giani, G. Campovecchio, L. Coccetti. Nel Palazzo inoltre ci sono opere del Baciccio, Salvator Rosa, Maratta, Cavalier D'Arpino, Morandi, Mario de' Fiori e del Bernini e buona parte dell'arredamento del Seicento. Tra i dipinti  c'è un ritratto del brigante Gasperone, eseguito dal vero nel 1825.

    Intorno al palazzo c'è un parco di trenta ettari, detto Barco,  che veniva usato per la caccia. In esso , vicino all'Uccelliera, si trova un sarcofago dove sarebbe stato sepolto Simon Mago.

 

Interno

Sala da pranzo d’inverno

    Vi si trovano diversi ritratti dei Borghese , imparentati con la famiglia attraverso Maria Virginia, che sposò Agostino Chigi e visse al primo piano del palazzo. Sulla parete centrale il "Pindaro e Pan" di Salvator Rosa ( 1615 - 1673 ).

    La sala da pranzo d'inverno era completamente rivestita di cuoio, che manteneva il calore nella sala.

   

Sala da pranzo d’estate

    Particolarmente interessanti sono gli affreschi, che, come finestre, riproducono i paesaggi reali esistenti al di là dei muri. Uno, in particolare, raffigura una collina che ,grazie ad un effetto ottico, segue le linee del paesaggio visibile  dalla  finestra. Sono  conservati  qui  un  vaso di epoca greca, ritrovato a Castel Fusano e una fontana del Seicento. La sala ha un'ottima acustica, che consente una buona amplificazione delle voci.

 

Sala Mario de’ Fiori

    Nella sala si trovano cinque quadri, quattro raffiguranti le stagioni e uno raffigurante Mario de' Fiori, artista specializzato nel ritrarre, per l'appunto, i fiori.

    Il primo quadro rappresenta l'estate con Cerere, il secondo l'autunno con Bacco, il terzo l'inverno con Saturno e il quarto la primavera con Venere.

    Tutta la stanza è rivestita in cuoio, ricavato dalla pelle di buoi provenienti dalla Spagna.

    Il palazzo di Ariccia è l'unico nel quale  si siano conservati i rivestimenti di cuoio. I cuoi erano utilizzati solitamente per decorazioni di tipo floreale.

   

Sala maestra  

    E' la sala più grande del palazzo. In essa ci sono vari quadri e otto angeli di cartone che servirono da modello per gli affreschi della Cupola di San Pietro. Sotto gli angeli, sulla destra della porta, ci sono dipinti che rappresentano diverse città:

    Un tempo c'erano anche dipinti raffiguranti  città tedesche (sono stati sottratti dai Tedeschi nel corso della seconda guerra mondiale)  e Siena, la città d'origine dei Chigi.

    Sul camino di peperino (proveniente da Monte Cavo), posto al lato della porta, sono situati alcuni dipinti della scuola del Caravaggio.

 

Cappella  

    Qui è conservata l'opera più bella del Bernini. Raffigura San Giuseppe con Gesù Bambino ed è l'unico di Palazzo Chigi realizzato su intonaco con la tecnica della sanguigna.

    L'altare è completamente in oro.

 

Cucinone  

    Nella cucina vi è un grandissimo camino, con una altrettanto grande cappa, progettato dal Bernini.

    Tutta la stanza è decorata con mattonelle bianche e marroni.

 

Farmacia 

    Era la stanza dello speziale dei Chigi. Il progetto è del Fontana.

    Vi sono conservati olii, unguenti, attrezzature per la preparazione di medicinali e alcune ampolle destinate a contenere il sangue prelevato nei salassi.

    C'è una tazza di Alessandro VII  in antimonio. Si pensava che l'antimonio fosse un ottimo antidoto contro il veleno, pertanto nella tazza in questione veniva versato del vino bianco, che veniva lasciato riposare per ventiquattro ore e servito al Papa al mattino perché lo bevesse a colazione, a digiuno, contro gli avvelenamenti.

    In un armadio sono conservati numerosi  ed importanti reperti:

    Nella sala c'è anche una raccolta di libri del Seicento, che il Principe leggeva durante l'estate.

    Un oggetto interessante è uno dei primi cannocchiali, risalente al 1656, realizzato da uno dei collaboratori di Galileo.

    Ci sono ancora dei reperti archeologici ritrovati in Vallericcia e risalenti all'epoca della Lega Latina e, infine, i ritratti di tutti i membri del ramo principale della famiglia.

 

Biblioteca 

    Nella biblioteca trovano posto i ritratti secenteschi delle più belle donne del feudo, dipinti dal Vanvitelli. C'è una bellissima lampada, portata qui dal palazzo romano dei Chigi. Ci sono, inoltre, quadri  che hanno come soggetto dei bambini.

    E' interessante il progetto di un ponte che avrebbe dovuto collegare Ariccia con Monte Cavo. Ci sono numerosi opuscoli e documentazioni relative alla popolazione di Ariccia, tra cui due che riportano la registrazione delle nascite e delle morti e un altro nel quale sono elencate tutte le proprietà della famiglia Chigi.

    Alcuni scritti parlano delle virtù del clima di Ariccia, in grado di curare ogni tipo di malattia respiratoria.

 

Camera Verde 

    E' una stanza da letto arredata  con  un  bellissimo letto, un comò con specchio anteriore e laterale, un vaso da notte, uno specchio, una brocca e una bacinella posti su uno sgabello e utilizzati per la toeletta, nonché un bell'armadio verde acqua e pesca. In questa stanza c'è il letto utilizzato nelle riprese del film " Il Gattopardo".

 

Stanza delle Suore

Nella stanza delle suore ci sono i ritratti delle figlie di Agostino Chigi. Agostino ebbe diciassette figli, dei quali quattordici femmine. Di esse dieci dovettero prendere il velo.