LA COMMEDIA DELL'ARTE
by: Nathalie Ingham
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          La Commedia dell’Arte, anche chiamata “Commedia all’Italiana”, “Commedia delle maschere”, “Commedia mimica” e “Commedia improvvisa”, nacque in Italia e si diffuse in tutta l’Europa nel sedicesimo secolo. Nacque come contrapposizione alla Commedia Letteraria. La Commedia Dell’Arte incominciò nelle fiere di paese dove, prima di offrire i loro prodotti, i saltimbanchi e i ciarlatani intrattenevano il pubblico con delle brevi scenette e azioni mimiche. La Commedia dell’Arte si staccò dalla vendita dei prodotti, ed attori e mimi si organizzarono in piccole compagnie che giravano per offrire i loro spettacoli a pubblici diversi.Gli attori che intorno allla metà del 1500 presero il posto dei dilettanti nelle piccole scene della Commedia dell’Arte, venivano dalla tradizione degli acrobati e dei saltimbanchi e sapevano recitare, cantare, danzare, fare acrobazie e improvvisare con un certo criterio comico e quindi fu per il loro passato che diedero il nome di Commedia dell’Arte ai loro spettacoli.
         La Commedia dell’Arte venne chiamata “Commedia a soggetto” perchè all’autore si sostituì l’attore e quindi, anzìchè avere dei testi si usarono dei semplici canovacci divisi in scene; il successo dipendeva dall’arte individuale del comico e non dell’autore. L’improvvisazione degli attori fece sì che essi interpretassero un personaggio fisso con le sue caratteristiche particolari. Fu per questo che nacquero le maschere. Le maschere avevano un significato doppio: di oggetto scenico e di personaggio con un suo carattere e quindi un personaggio ‘fisso’. A lungo andare ogni attore si specializzò nell’impersonare una maschera precisa e s’identificò con il personaggio e quindi la propria maschera. Ogni maschera era facilmente riconoscibile dal pubblico perchè aveva carattere, atteggiamenti, abbigliamento e dialetto propri. Al capocomcio appartenevano il carrozzone, gli scenari, e la maggior parte dei costumi, si poteva quindi definirlo il capo della compagnia. Tra le varie compagnie ci furono quelli dei Desiosi, quella degli Accesi e quella dei Fedeli.
         La Commedia dell’Arte non era altro che una commedia di intreccio, un lavoro nel quale l’autore si limitava a scrivere il soggetto e, a volte, descrivere lo scenario. L’attore doveva improvvisare basandosi sul carattere della sua maschera. In ogni scena veniva più o meno dettagliamente indicato ciò che ciascun attore doveva dire. Uno degli aspetti più importanti della Commedia dell’Arte era l’intreccio: i più strani imbrogli, le avventure più pazze, i momenti più comici, s’avviluppano, s’intrecciano, si sciolgono come al tocco di bacchette magiche. Il comico dell’Arte s’ispirava alla vita e alla natura; egli prendeva spunto da dissensi di famiglia, discordie tra cittadini, scandali, fatti di cronaca, scherzi, buffonate, allusioni poetiche. Poichè le maschere rappresentavano la vita, la Commedia dell’Arte divenne la più viva ed esatta manifestazione della vita italiana nel seicento. I comici riconquistarono un mondo dov’era possibile inventare e dov’esistevano le avventure e la fantasia, essi diedero una nuova dimensione d’arte alla realtà quotidiana, alla fiaba, al sogno o al gioco.
         Gli elementi essenziali che servono a definire la Commedia dell’arte sono:
la creazione collettiva degli attori e l’improvvisazione. Gli attori dovevano elaborare in comune il testo dello spettacolo, essi sceglievano una trama a volte prendendola da una commedia antica o moderna, da una novella o anche creandola loro stessi basandosi su la quotidianità e poi la elaboravano improvvisando durante lo spettacolo. Era proprio l’improvvisazione uno degli elementi più indispensabili per la creazione di una commedia. L’abilità degli attori consisteva nel sapere scegliere pezzi precedentemente assimilati che si adattavano alla situazione e che potevano essere inseriti in modo naturale nel dialogo.
 I ruoli della Commedia dell’Arte venivano divisi in due categorie, una a carattere letterario: gli innamorati, ed un’altra a carattere comico, le maschere. I personaggi della Commedia dell’Arte erano le maschere. I caratteri di queste maschere erano divisi in tre gruppi: i vecchi, gli innamorati e i servi. Tutte le maschere parlano nel dialetto d’origine mentre gli innamorati esclusivamente in toscano, inventando battute e inserendo i propri lazzi. Le prime maschere della Commedia dell’Arte furono gli “Zanni” (dal latino “Sannio”: buffone), identificabili nelle figure dei servi, a cui si sostituirono successivamente i più famosi Arlecchino, Brighella, Pulcinella e altri. I servi sono personaggi fondamentali: a volte sciocchi, a volte arguti e astuti, spesso scansafatiche e affamati, sono autori di intrighi ed equivoci che complicano l’intreccio della Commedia. Al servo si contrappone la figura del padrone, spesso ricco e vecchio mercante, come Pantalon dè Bisognosi, oppure medico giureconsulto come il Dottor Balanzone. A queste maschere se ne affiancano altre: figure femminili, serve come Colombina o Rosaura, fanciulle innamorate e spesso in contrasto con i genitori per la scelta dello sposo.
         Molti dei commedianti che si travestivano d’Arlecchino, Brighella, Pulcinella, Pantalone, Rugantino, Capitan Fracassa ed altri, ebbero molto successo alle corti di Londra, di Pietroburgo, di Madrid, di Parigi e di Vienna. Gli attori che rappresentavano i servi di frequente suonavano strumenti come il violino, la chitarra, il mandolino o il trombone, essi dovevano anche essere acrobati, ballerini o musicisti. Quando recitavano, gli attori si esprimevano con la mimica dell’intero corpo; certi portavano una maschera che copriva la parte superiore del volto, ma che lasciava libera la bocca.
         La Commedia dell’Arte si sviluppò da piccole fiere popolari per poi diventare un importante aspetto del teatro. Basato sulla vita reale ma con aspetti magici, era un mezzo per comunicare e far circolare notizie mentre intratteneva e divertiva un pubblico di bambini e adulti. La commedia dell’Arte spianò la via per i grandi maestri del teatro come Shakespeare, Molière, Calderòn della Barca e Lope de Vega.