Scusate eventuali doppioni (e' in atto la rivolta dei
server :-)
una delle innumerevoli interviste in cui S.Papert espone i suoi punti di
vista su multimedialita', interattivita', costruzionismo. Altre ne potete
trovare nel sito dedicato
al suo libro "Connected Family",
http://www.connectedfamily.com/main_alt.html
e naturalmente su
www.mediamente.rai.it
Intervista a Seymour Papert
Riportiamo alcuni brani dell'intervista a Seymour Papert, apparsa col titolo Learning
Through Building and Exploring sulla rivista Multimedia Today del dicembre 1995. La
traduzione e' mia, chiedo scusa.
D: Pensa che i CD ROM e i titoli software incoraggino la creatività e l'interattività?
Papert: L'interattività m'infastidisce. Quanto fa due piu' due? Cinque?
Sbagliato, ritenta. Questa e' l'interattivita' (comunemente intesa), e penso che sia
negativa. Implica un uso del computer troppo intrusivo e dominato dall'idea che esistano
le risposte esatte.
Direste che il Lego, le costruzioni coi mattoncini Lego, sono interattive?
Io no. Direi che ilLego e' *costruzionista*. Permette di costruire cose.
Potete fantasticare e quindi costruire le vostre fantasie; potete immaginare una strana
struttura e quindi crearla. Colori, matite, disegno e carta sono la stessa cosa. Ma
"interattivo" non e' un buon modo di definirli. Io penso che lo stesso valga per
i computer. Siamo stati sedotti da quest'idea dell'interattivita'. Voi non definireste
interattivo un libro di cui potete aprire la pagina successiva, e nemmeno un libro pop-up.
Forse "attivo" sarebbe una migliore definizione.
La parola "interattivo" evoca un senso di reazione - io faccio qualcosa e tu
reagisci, io reagisco e cosi' via -. Cio' fa del computer molto piu' l'agente attivo che
il mezzo o il materiale. Dovremmo (invece) pensare al computer come cio' che rende
possibile fare qualcosa, o come un mezzo che vi da' la possibilita' di esprimervi e di
accedere a cio' che altri hanno espresso.
Credo realmente che "mezzo" e "materiale" siano metafore migliori che
non "interattivita'".
Solo che e' molto piu' facile e meno costoso produrre software di tipo giusto/sbagliato.
Se non cambiera' il concetto di apprendimento nella nostra cultura, continueremo a vedere
software giusto/sbagliato. Questo ci riporta alla nostra conversazione sulla necessita' di
inquadrare la tecnologia nel contesto di piu' ampie problematiche umane, sociali e
culturali. Per parlare di futuri sviluppi del software, bisogna guardare ai cambiamenti in
cio' che la gente pensa di se stessa, dei propri figli, della societa' e
dell'apprendimento. Credo che un cambiamento sia possibile. Se la societa' cambia il
proprio modo di pensare all'apprendimento, cio' modifichera' profondamente il mercato del
software.
La gente pensera' a un diverso tipo di attivita' adatte ai ragazzi e non si accontentera'
dell'attuale software.
D: In che cosa secondo lei dovrebbe consistere una nuova prospettiva
dell'apprendimento?
Papert: Vorrei che riuscissimo a recuperare l'immagine dell'apprendimento che possiamo
osservare nei bambini piu' piccoli - l'apprendere per esplorazione. Penso che gli
scienziati e i creativi imparino come fanno i bambini. L'apprendere dovrebbe essere
qualcosa di simile al diventare piu' abili nell'esplorare, indifferenti alle categorie
"giusto" e "sbagliato" e alle frasi fatte come "la battaglia di
Waterloo avvenne nel 1815". Questa e'una proposizione. Una parte di conoscenza
risiede nelle proposizioni, ma e' la conoscenza meno importante, perche' e' facilmente
accessibile nelle enciclopedie o in qualche database. Idealmente, questo tipo di
conoscenza dovrebbe essere svalutata e dovrebbe al suo posto essere molto piu' valutata la
fluidita' della conoscenza.
Si fanno tante chiacchiere sull'"imparare a imparare", ma se guardate i
curricula scolastici, nella maggioranza dei casi si continua a insistere su nomi, date,
frammenti e fatti scientifici; molto poco che riguardi l'apprendimento. Mi piace pensare
all'apprendimento come a una perizia che chiunque di noi puo' acquisire.
D: Alcuni dicono che il web puo' essere visto come un computer che ha
singoli PC al posto delle finestre.
Papert: Se si parte dalla domanda tecnocentrica "come usare le reti globali per
l'apprendimento" si hanno risposte sbagliate.
Cio' che dovremmo fare e' sviluppare una filosofia dell'apprendimento e quindi domandarci
come le reti possano essere usate per favorirla.
Nel modo di apprendere che io considero ppiu' importante, quello in cui la cosa piu'
importante e' attuare progetti o accedere alla conoscenza necessaria a soddisfare la
propria curiosita', diventare capaci di comunicare con tutto il mondo offre fantastiche
opportunita'.
Essere in contattio con altra gente che ha gli stessi interessi e che puo' aiutarci a
passare allo stadio successivo di un problema, questo aspetto delle reti globali puo'
trasformare radicalmente le opportunita' di apprendere.
Le classi sono comunita' di apprendimento molto artificiali. La probabilita' che qualche
altro ragazzo nella vostra classe condivida i costri interessi e' molto bassa; la
probabilita' che ci sia qualcuno nel resto del mondo e' molto alta. Se si puo' stare
insieme con le persone che pensano come noi, l'apprendimento andra' alle stelle perche'
potremo scavare in quello che piu' e' importante per noi e imparare a far sempre nuove
cose.
D: Che ne pensa dei multimedia? Alcuni li vedono come un mezzo diretto di portare
contenuti agli studenti, altri pensano che abbia un maggiore potenziale il dare questi
strumenti ai bambini per aiutarli a comunicare informazioni.
Papert: Certamente il secondo uso e' piu' importante del primo. Come modo di fornire
contenuti, be' forse, ma non e' quello che dicevo dell'apprendimento. Come medium, dare ai
bambini strumenti multimediali puo' aiutarli a migliorarsi, come mettere nelle loro mani i
colori e' differente dal dargli disegni gia' fatti.
La multimedialita' non e' fornire fatti; dovrebbe essere dare a ciascuno un mezzo per
creare.