Céntula mé revocát ; Siculī duxére repénte
ín propriās orás : múnera véstra precór
Inaspettato
mi destò un sorriso
nel sonno lieve d'un mio tardo
mattino.
Come nel sogno un po' uno ed un po' altro
eri un amico
defunto ... ed eri anche mio padre.
Mi
sorrideva il viso di una festa
dove
s'allentano madidi i pensieri.
Occhi serrati docilmente e labbra
amiche
a me bimbo - tu "in facie" giovinetto -
era ancor brezza il
tempo che scorre
a profumare il giusto del passare.
Occhi
di un riso poi sempre più rado
lì riscaldati - io
giovane, tu ... giovane e antico -
da un vino lieve che ignaro lieve
fonde,
nel sonno perso sui miei lievi mattini,
l'amico vivo
ormai solo al ricordo,
me ora maturo ... e il papà che
sognerò.
Inaspettato
mi resta oggi del bianco
tuo viso in gelo il bianco
sottopalpebra
che più non chiama
più non
redarguisce.